domenica 16 ottobre 2016

Emma Pomilio: in viaggio con una Narratrice della Storia di Roma


La prima cosa che si impara a scuola, quando ci si approccia allo studio della Storia, è la differenza tra la Storia dell’Uomo, quella con la esse maiuscola, per intenderci, tra epoche e dati inconfutabili, e la storia del singolo individuo, quella che si distacca dal procedimento scientifico di conoscenza indiscutibile e si perde nella testimonianza diretta e nel racconto. Per quanto profondamente diverse, queste discipline si uniscono, in campo letterario, in quello che si definisce romanzo storico, lo sposalizio per eccellenza tra la realtà di un’epoca storica, che l’autore cerca di far rivivere più realisticamente possibile, e la storia di personaggi inventati, che per un lettore vorace diventano vivi e vividi tanto quanto quelli storici realmente esistiti. Ogni scrittore che si sia cimentato nella stesura di un romanzo storico ha la propria tecnica e il proprio stile: c’è chi si inserisce tra fenditure inesplorate, che, per lo storico, rimangono lacune irrisolte, intrecciandovi vicende e personaggi che abbiano buona credibilità, e chi, invece, intesse trame inventate in modo parallelo a quanto di storico è avvenuto realmente, lasciando che i personaggi di fantasia interagiscano anche con quelli storici.
Lasciando da parte gli autori che utilizzano la Storia solo come un pretesto, uno sfondo per dedicarsi ad altri generi, tra le scrittrici italiane che si occupano di romanzo storico, dedicandosi, in particolare, alle intricate vicende della Roma Antica, Emma Pomilio spicca per l’accuratezza dei suoi romanzi, così vibranti e intensi, ma allo stesso tempo scorrevoli e puliti, da farci avere l’impressione di stare viaggiando su una macchina del tempo. La passione di Emma Pomilio per la scrittura e, in particolare, per la Storia di Roma è di matrice antica, nasce da letture specifiche e da una propensione alla narrazione di storie oltre la Storia che si perde nella sua infanzia, come solo i talenti più radicati, e conferma quell’intima certezza di ogni lettore entusiasta che la Storia non sia solo una materia da sussidiario, ma qualcosa di vivo che, tra battaglie e dinastie, intreccia la vita di tutti noi, influenzandoci più di quel che crediamo. Nei romanzi di Emma Pomilio, tutti editi da Mondadori, la vera protagonista è Roma, col suo brulicare incessante di personaggi indimenticabili, questioni sociali ancora attuali e vicende le cui conseguenze storiche hanno costruito la cultura e le tradizioni dell’intera Europa di oggi. Romanzi destinati a travolgere e coinvolgere lettori di tutte le età, portandoli a viaggiare nel tempo e nello spazio.

Avventura, intrighi e misteri in una Roma che si perde nei secoli passati: sono questi gli irresistibili ingredienti che caratterizzano i tuoi romanzi. Ti definisci una narratrice: quando ti sei resa conto che questa passione sarebbe potuta diventare una professione. Come e da dove nasce la tua esigenza di scrivere?

Vengo da una famiglia di scrittori, ma non ho cominciato a scrivere presto, perché volevo cambiare, affrontare cose nuove. Questa svolta si è rivelata una forzatura, così sono tornata alle origini e ho cominciato a fare quello che so fare meglio, inventare storie e raccontarle. Dunque ho cominciato a scrivere per una scelta ragionata, ma non perché io mi aspetti grandi cose da questa professione, solo perché mi piace. L’esigenza di scrivere deriva da una mia forte predisposizione, come l’amore per la lettura, che mi ha accompagnato tutta la vita, infatti credo che la lettura sia stata la mia vera educazione, più di quella scolastica.

Come si struttura il romanzo storico perfetto? Quanto contano una ricerca approfondita, un’efficace scansione dei capitoli e dei personaggi credibili per il periodo storico trattato? Svelaci i tuoi segreti…

Il romanzo storico perfetto non esiste, ogni romanzo risente dell’epoca in cui è scritto, l’autore non riesce mai ad annullarsi abbastanza e riporta nel romanzo le idee sue e del tempo in cui vive, quindi, anche se ha studiato a fondo la società e l’epoca che descrive, commette comunque degli errori. Certo ci sono romanzi storici fatti più o meno bene, ma lo scrittore non deve credere che basti studiare case, vestiti, armi... la cosa più importante è la mentalità. Le manchevolezze nella preparazione si evidenziano soprattutto nei dialoghi, parte molto difficile. Spesso i dialoghi dei romanzi storici sono del tutto anacronistici e rivelano spietatamente l’epoca in cui vive lo scrittore.
Solo quando si saranno comprese a fondo la mentalità e le usanze del periodo che si vuole narrare, allora si potranno creare dei personaggi credibili e delle storie credibili. È per questo che io sono molto scettica verso gli scrittori di romanzi storici che cambiano spesso epoca, perché già è molto difficile immedesimarsi in una sola.

È ancora possibile oggi, secondo te, fare della scrittura un mestiere a tempo pieno? Cosa significa collaborare con un grande editore? Dai un suggerimento a un giovane che volesse seguire le tue orme.

Fare della scrittura un mestiere a tempo pieno è il sogno degli scrittori, ma si avvera per pochi, sono pochi gli scrittori che vivono di scrittura e pochissimi nella nostra piccola Italia, (piccola come mercato) in cui si vendono pochi libri: è un sogno che si può avverare nei paesi anglofoni, dove c’è la possibilità di vendere molte copie proprio perché c’è un più vasto mercato. Inoltre per gli scrittori italiani è anche molto difficile farsi tradurre all’estero. Credo sia per questo che solitamente gli scrittori italiani hanno un doppio lavoro.
Il grande editore ha una grossa distribuzione e questa è una cosa molto importante, ma ha di solito anche ottimi redattori, che sanno contribuire ai giusti miglioramenti del libro. Lavorare con un grande editore è una cosa buona proprio per questo, perché si ha a che fare di solito con persone preparate. In particolare io scrivo romanzi ambientati nell’Antica Roma e la persona preparatissima che fa l’editing dei miei libri è una grande conoscitrice del mondo classico. Non è facile ottenere queste cose e io mi sento fortunata ad aver pubblicato con Mondadori.
A un giovane che vuole fare il romanziere suggerisco di leggere tanto per formarsi, ma di non imitare mai nessuno, di avere il coraggio di seguire il suo istinto, di dare spazio alle sue intuizioni e scrivere di quello che conosce meglio, solo col suo entusiasmo potrà entusiasmare qualcuno. Direi: “Giovane scrittore, cerca il tuo stile, solo se sarai autentico riuscirai”. Da epigoni può sembrare più facile all’inizio, ma poi... è il nulla.

Roma è indiscussa protagonista di tutti i tuoi romanzi: cosa ti lega a questa città dalla storia intricata e complessa? Quali opere e quali autori ti hanno ispirato maggiormente nel tuo percorso di autrice?

Di Roma mi affascina proprio la lunga storia intricata e complessa: su Roma non si finisce mai di imparare, perché è stata grande e ha cambiato le sorti di tanti popoli. La sua storia è la storia dei suoi rapporti con i popoli diversi e agguerriti con cui si è scontrata e dai quali ha sempre preso il meglio, non solo bottino e tasse, ma anche cultura. L’apertura mentale dei Romani antichi è ineguagliabile. Scrivendo su Roma ho potuto ampliare le mie conoscenze dei Celti, dei Germani, degli Etruschi. Su Roma si scoprono di continuo cose nuove. Roma non è qualcosa di morto in libri polverosi o in epigrafi spezzate, come pensa tanta gente, Roma è dentro di noi perché parte fondante della nostra cultura. Oggi l’archeologia, che si serve di sistemi sofisticati, ci offre nuove interpretazioni della storia di Roma. Stanno diventando credibili cose ritenute mitiche. Questo ha aperto nuove prospettive anche per il romanziere, che può considerare alcune pagine di storia da un diverso punto di vista.
Cara Alessandra, mi chiedi se ci sono autori che mi hanno ispirato per scrivere i miei romanzi. Ho sempre letto tanto, ma, finita l’adolescenza, nulla ha più avuto su di me un’influenza significativa. Già allora avevo maturato il mio gusto. Avevo letto Salgari, Twain, Alcott, Verne, Hugo, Dumas, Manzoni, Melville, e già c’era tutto quello che avrei scritto: azione, avventura e mistero, con in più la mia particolare predisposizione a sondare i problemi sociali. Uno strano mix in cui oggi mi riconosco e che si è creato con le letture fatte da giovanissima. Almeno credo, o forse avevo fatto queste letture perché ero predisposta?

A cosa stai lavorando attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.

Sto lavorando a un romanzo sulla Roma dei Tarquini e su un personaggio particolarmente enigmatico, Mastarna – Servio Tullio. Parliamo della Roma arcaica. Non abbiamo molti documenti, non abbiamo certezze e le società arcaiche sono difficili da capire e da narrare, proprio come è difficile da comprendere per noi il pensiero arcaico, in cui il soprannaturale, il sacro, è tanto mescolato all’umano, che non c’è una netta divisione tra i due ambiti. Si tratta di una sfida e io mi metto in gioco.
Grazie Alessandra dello spazio che mi hai offerto e un caro saluto ai tuoi lettori.






www.emmapomilio.it





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