domenica 11 settembre 2016

Lorena Marcelli: vi racconto il valore delle radici e della terra


Topazio, Perla, Giada e Ambra sono quattro sorelle che si sono perse di vista da tempo. Il loro legame, un tempo solido, si è sgretolato in seguito alla morte del padre, un orafo molto apprezzato, e tutte e quattro, ormai, sembrano avere in comune solo i loro nomi, quelli di alcune pietre tra le più preziose, ma ugualmente molto diverse, proprio come loro. Luisa, la loro madre, una donna egoista e anaffettiva, non ha dato loro il sostegno necessario per crescere col giusto equilibrio e le quattro sorelle hanno finito per separarsi, mantenendo solo rapporti di circostanza e ritrovandosi invischiate in esistenze vuote, incapaci di credere in loro stesse. L’unica diversa dalle altre è Ambra che, assieme a Giada, si è rifugiata tra le braccia della zia Elia, conoscendo così l’affetto di una famiglia e diventando una donna consapevole di sé stessa e del proprio futuro, che è in grado di esplorare la propria sensibilità. Il ricordo delle estati passate in campagna insieme alla zia sarà sufficiente ad Ambra perfino per riconoscere l’amore della sua vita senza lasciarselo sfuggire.
“La collina dei girasoli”, Edizioni Esordienti E-book è il nuovo romanzo di Lorena Marcelli. Evocativa e coinvolgente, quella raccontata dall’autrice è una storia semplice, ma intensa, narrata con uno stile scorrevole, ma ricercato.  I veri protagonisti sono il senso di appartenenza e di fiducia in noi stessi che devono farci spiccare il volo nella vita, consentendoci di tornare nella nostra terra d’origine con il sorriso di chi ha realizzato i propri sogni con soddisfazione e orgoglio, avendo la consapevolezza che la nostra casa si trova accanto alle persone che amiamo, gemme più preziose delle pietre più rare.



Quattro sorelle che hanno il nome di altrettante pietre preziose in cerca ognuna del proprio riscatto da una situazione familiare difficile: inizia così “La collina dei girasoli”, Edizioni Esordienti E-book. Raccontaci la genesi di questo romanzo, cosa ti ha ispirato durante la stesura?

Il romanzo è nato intorno ai ricordi della mia infanzia e adolescenza. Ho passato molte delle mie estati in una casa simile a quella de “La Collina dei girasoli”, in compagnia di una zia di una mia cara amica e dei suoi nonni, in un ambiente che sapeva davvero di buono e di amore familiare. A distanza di tanti anni, quando pensai al romanzo, decisi di usare qualche ricordo e qualche episodio da inserire all’interno di una dinamica familiare che vedeva coinvolte quattro sorelle. Io di sorelle ne ho, appunto, quattro e mi sono ispirata al nostro rapporto, per narrare quello delle sorelle Diamante. Non è un romanzo autobiografico, come ho già detto, ma un romanzo nel quale tutte le persone che hanno sorelle possono ritrovare un po’ del loro rapporto, che non sempre è idilliaco.

Chi sono Ambra, Giada, Perla e Topazio, le quattro protagoniste del tuo libro così profondamente diverse tra loro? Come le definiresti e, in generale, come delinei i personaggi dei tuoi romanzi?

Le sorelle Diamante siamo un po’ tutte noi. Quattro donne che crescono all’interno di una famiglia che le allontana l’una dall’altra e che compiono scelte diverse per motivi diversi. Quattro sorelle che non riescono a comprendersi e ad amarsi per l’intero corso della loro esistenza e che non cercano nemmeno di farlo, in realtà. Solo Ambra e Giada rimangono legate tutta la vita, cercando di non recidere le loro deboli radici.
Quando scrivo cerco di rendere i miei personaggi quanto più veri possibile. Studio le persone che ho intorno, appunto il loro modo di parlare, di gesticolare, di camminare. Cerco di memorizzare le loro espressioni, il modo di comunicare e di gestire le relazioni interpersonali. Prendo spunto dalla realtà e riporto la stessa sulla carta, tentando di creare personaggi credibili. Soprattutto cerco di rendere i miei personaggi “poco perfetti”, proprio come ognuno di noi è nella realtà.   

Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere? Che scrittrice sei: segui l’ispirazione in qualunque momento della giornata o hai un metodo ben preciso al quale non puoi rinunciare?

Scrivo da moltissimi anni, anche se, fino a cinque anni fa, ho tenuto chiuso il cassetto dove riponevo le mie storie. Non mi sono mai sentita all’altezza della situazione e pensavo che i miei racconti e il mio modo di scrivere troppo lineare ed essenziale, non potessero interessare a nessuno. Poi ho frequentato un corso di scrittura e ho capito che avevo delle potenzialità. Ho imparato che la tecnica è indispensabile e che l’ispirazione, senza quella, conta ben poco. Allora ne ho frequentato un altro e un altro ancora. Io sono una perfezionista in tutto quello che faccio e cerco di esserlo anche quando scrivo. Prima di iniziare la stesura di un romanzo preparo le schede personaggi, il riassunto della storia e studio il periodo storico nel quale ho deciso di ambientarlo. Vado a sentire le canzoni dell’epoca, per esempio, e a rileggere i fatti di cronaca più importanti. Be’, come vedi, non posso dire di essere una scrittrice solamente “ispirata”. 

In questo romanzo sono evidenti il tuo attaccamento alla tua terra d’origine, l’Abruzzo, e a un ideale forte di famiglia a sostegno di ogni individuo. Come ti hanno ispirata questi valori nella tua esperienza di autrice?

Abruzzo forte e gentile. Fu Primo Levi a ideare questa espressione, per farne il titolo di un suo racconto di viaggio. Credo che non ci sia, davvero, un’espressione più felice per definire la mia terra e i suoi abitanti. Sotto una scorza dura, dentro ognuno di noi batte un cuore dolcissimo, pieno di valori e sentimenti puri e nobili. Qui la famiglia ha ancora un ruolo importante, così come sono ancora importanti i rapporti di vicinato. Nei miei racconti, dunque, inserisco sempre un po’ di Abruzzo e della sua gente, così come inserisco sempre l’Irlanda, che adoro. E, se anche non volessi, la mia origine abruzzese si fa sempre sentire.

A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.


In questo momento sono in pieno fermento. A breve uscirà un nuovo romanzo di narrativa. Il titolo provvisorio è “Un’altra direzione” e racconta la storia di una donna che, nonostante non abbia mai avuto una vita serena, riuscirà a trovare la forza per risollevarsi. Poi sto sistemando uno dei romanzi che mi ha impegnato di più negli ultimi quattro anni. È uno storico, basato sulla vera storia di Alice Kyteler, la strega di Kilkenny. Ho tradotto dal latino l’intero processo e sono riuscita, almeno credo, a scrivere una storia molto interessante e avvincente. D’altronde una donna come Alice Kyteler andava fatta conoscere al pubblico e, io che amo le donne forti e indomite, non potevo non narrarla. Adoro il periodo medievale e, nello specifico, il medioevo irlandese e per me lo studio dei vecchi atti processuali è stato un divertimento. Spero che anche questo nuovo romanzo possa essere pubblicato entro la fine dell’anno corrente.


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