domenica 15 maggio 2016

Monica Capizzano: tra Criminologia e Prevenzione


Col suo saggio “Droghe da stupro e nuove sostanze psicoattive”, Falco Editore, la Criminologa Monica Capizzano ha affrontato un argomento di grande interesse, colmando una lacuna nella manualistica scientifico-divulgativa del nostro Paese e centrando l’obiettivo di chiarire dubbi e sfatare luoghi comuni in una materia in continua evoluzione. Accanto alla dettagliata spiegazione scientifica sulla nascita e sulla natura di queste sostanze di origine sintetica, sempre più diffuse in Europa, Monica Capizzano analizza le dinamiche che accompagnano la somministrazione di queste droghe da parte dei cosiddetti sex offender, descrivendone i vari profili. Tra questi è dato largo spazio ai casi in cui il carnefice ricerchi le proprie vittime all’interno dello stesso nucleo familiare, attuando dei meccanismi particolari per carpirne la fiducia, i quali vedono, nell’utilizzo delle droghe, solo l’apice di un disegno criminoso molto complesso. L’autrice approfondisce, inoltre, in modo particolare, quali siano le conseguenze fisiche e psichiche che queste sostanze hanno sulle vittime e quali siano le terapie riabilitative che possano giovare in seguito a una violenza subita sotto l’effetto di tali droghe.
Il coraggio e la perseveranza di Monica Capizzano nel presentare il suo libro nelle scuole e in numerosi eventi divulgativi dimostrano come scrivere un libro vada ben oltre la ricerca e la stesura di ciò che rimane impresso sulla carta. Per un professionista un saggio è un progetto di vita, oltre che di lavoro, soprattutto quando abbraccia temi che potrebbero fare la differenza per tante giovani menti non del tutto consapevoli delle conseguenze di ciò che accade loro. In questo modo Monica Capizzano sta facendo della cultura e della prevenzione la vera cura e non soltanto il palliativo per una piaga sempre più dolorosa, restituendo ai suoi studi criminologici il più genuino valore sociale che li contraddistingue, a cominciare dalla Calabria, la sua terra d’origine.


Dopo la laurea in Scienze Politiche, hai approfondito lo studio della Criminologia, specializzandoti in diversi settori, come il criminal profilig, anche all’estero. Come mai hai scelto di intraprendere questo percorso?

Sono stata cresciuta a pane, “Signora in giallo” e “Tenente Colombo”. Mia nonna ed io ci divertivamo così. Sono sempre stata una bambina “particolare”, che non si accontentava del no o del assoluti. C’era sempre qualcos’altro da spiegare. Sono stata la voce fuori dal coro, quella che non aveva paura di dire la sua. Leggevo Baudelaire e Poe e ascoltavo musica francese. Ero difficile da gestire, questo mi diceva mia madre. L’unica al mondo che aveva le “istruzioni per l’uso” era mia nonna.
A undici anni feci un brutto incidente in bici. A maggio di quell’anno avevano assassinato il giudice Falcone e, mentre mi trovavo ricoverata a Bari, uccisero anche il giudice Borsellino. Li ho sempre considerati delle persone speciali, molto più che degli esempi da seguire. E da quegli eventi drammatici capii che la mia vita “da ribelle” doveva avere un significato. Che il mio senso di giustizia e di verità doveva essere canalizzato in qualcosa d’importante. Ecco, come è nato il desiderio di studiare Criminologia. Facendo tre lavori contemporaneamente riuscii a finire gli studi in Calabria e poi intrapresi quelli che mi portarono a Padova e negli States.
La Criminologia è una scienza per cui, assieme allo studio del comportamento umano, ho molto rispetto e credo che lo meriti anche a livello istituzionale. Fino a quando porteremo “in scena” i delitti come spettacolarizzazione del macabro, la Criminologia non avrà mai la considerazione che merita.

Nel tuo ultimo saggio, “Droghe da stupro e nuove sostanze psicoattive”, Falco Editore, affronti, in modo scientifico ed efficace, un tema troppo spesso sottovalutato nel nostro Paese. Cosa ti ha spinto a occuparti di questo argomento così complesso?

Nel mio primo viaggio studio in America ho avuto modo di approfondire la tematica delle droghe. In laboratorio abbiamo lavorato sul riconoscimento delle stesse e sul loro studio. Rientrata in Italia ho approfondito gli studi. Grazie al mio curriculum è stato possibile mettermi in contatto con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Da qui in poi, il mio interesse maggiore è stato per le droghe da stupro: fenomeno sottaciuto in Italia ed anche nel mondo. Ho partecipato anche alla conferenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Dipartimento Politiche Antidroga nel giugno 2014 e, in quell’occasione, si è accennato alle droghe da stupro. Allora mi sono detta che sarebbe stato utile scrivere un saggio scientifico e criminologico su questo tema. Ho raccolto tutte le mie conoscenze ed esperienze, oltre ai dati scientifici e mi sono avvalsa anche della preziosa collaborazione della massima esperta al mondo sulle droghe da stupro, la Prof.ssa Ashraf Mozayani, che ha curato la prefazione del mio libro. Il patrocinio della Polizia di Stato è stato un riconoscimento immenso che ha permesso la rapida diffusione del manuale. Sono seguite numerose presentazioni alle quali hanno partecipato tante persone che volevano saperne di più e, con mia grande soddisfazione sono arrivati anche premi nazionali e internazionali. Ancora oggi il mio libro resta il primo manuale in Europa a trattare le droghe da stupro e le nuove sostanze psicoattive.

Tra seminari, convegni e presentazioni, stai girando l’Italia per dimostrare che, per prevenire determinati crimini, la divulgazione è molto importante. Raccontaci un episodio, un aneddoto, una storia di cui sei venuta a conoscenza grazie alla tua attività di docente e che è rimasta scolpita nella tua memoria di studiosa e nel tuo cuore di donna.

Sono tra i pochi, e lo dico con orgoglio, che ha attuato un piano di prevenzione a trecentosessanta gradi nelle scuole. Parlare di un caso a posteriori è più semplice, rispetto ad assumersi la responsabilità di educare i giovani a volersi bene e rispettare gli altri, ma questo non mi ha mai spaventata. Gli argomenti che tratto nelle scuole, oltre alle droghe da stupro, sono i pericoli in rete, lo sport, il bullismo e il cyber bullismo.
Spesso mi reco in Istituti che si trovano in zone difficili o dove studiano ragazzi che hanno situazioni familiari drammatiche. Mi è capitato, mentre parlavo alla platea, di osservare i ragazzi in sala che si commuovevano e si emozionavano. Ho un modo molto diretto di approcciarmi ai giovani e questo crea spesso dei legami forti. Alla fine degli incontri molti ragazzi si avvicinano per ringraziarmi. Una ragazza, in particolare, una volta, mi ha stretto le braccia al collo e piangendo mi ha detto: “Grazie, sei un esempio di vita! Da oggi vorrò essere una persona migliore grazie alla tua visita a scuola”. Ecco, è questo il motivo per cui dedico la mia vita e il mio lavoro alla prevenzione. Se anche solo un ragazzo in mezzo a mille torna a casa e, ripensando all’incontro, decide di cambiare la sua vita, allora io ho vinto!

Nonostante il lavoro ti porti a viaggiare spesso, il legame con la tua terra, la Calabria, è molto forte. Se per partire ci vuole coraggio, cosa occorre per rimanere nel nostro Paese a costruire qualcosa di importante?

Io credo che per restare ci voglia coraggio! Ho fatto entrambe le cose. Sono partita e sono tornata per restare. Rimanere in una terra difficile come la Calabria è una delle forme di coraggio più incosciente che conosca. Se, poi, ti sei messa in testa di cambiare le cose in questa terra difficile, allora sei un po’ stupida, più che coraggiosa! A parte gli scherzi, quello che voglio dire è questo: non voglio andar via da casa mia e, soprattutto, non voglio che la mia terra resti in mano a chi finora l’ha soltanto massacrata. I giovani possono formarsi anche all’estero, ma devono ritornare e rendere grande la Calabria perché la Calabria è grande! Io sono Calabrese fino al midollo e sono fiera di esserlo. Molte volte mi domando se tutto ciò che sto facendo serva davvero a qualcosa, ma poi a questo pensiero ne sopraggiungono altri e non mi scoraggio mai.

A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.

Ho fondato due Associazioni con persone straordinarie. La prima, in ordine di tempo, è la Fenix Club Asd, nella quale mi occupo del progetto Sport e Legalità. Avviciniamo i giovani allo sport per allontanarli dai pericoli della strada e far conoscere loro valori come il rispetto per sé e per gli altri. La seconda è Brutia Libera, un’Associazione socio culturale che ha come cuore pulsante la prevenzione. Inoltre sto lavorando al mio prossimo libro. Ma di questo non posso svelare ancora nulla, dovrete pazientare un altro po’. Una cosa la posso dire. Sto lavorando per avere un futuro per me e per quella che un giorno sarà la mia famiglia.



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