venerdì 6 maggio 2016

Ippolito Edmondo Ferrario: un viaggio negli ‘inferi’ della città


Neri Pisani è tornato. Lo stravagante antiquario, scontroso e solitario, che preferisce di gran lunga la compagnia di strane chincaglierie vecchie di secoli, piuttosto che quella dei suoi concittadini, si ritrova a essere l’involontario testimone della morte di un giovane che, durante un tiepido pomeriggio primaverile, precipita dalla finestra del suo appartamento, nel quartiere di Brera, durante una festa con degli amici. La vittima è un diciannovenne di nome Davide Crespi che frequenta il Liceo Classico e conduce una vita apparentemente serena, dato che appartiene a una delle famiglie più facoltose della città. Le indagini degli inquirenti, tuttavia, sembrano giungere a una conclusione che Neri non condivide affatto. Così, intraprendendo una sua personalissima indagine parallela, Neri scoprirà risvolti inaspettati sulla doppia vita del giovane Davide, fino a un epilogo che lascerà tutti letteralmente a bocca aperta.
“Il demone di Brera”, Fratelli Frilli Editori, è il secondo romanzo di Ippolito Edmondo Ferrario che ha per protagonista l’istrionico antiquario Neri Pisani, investigatore, suo malgrado, destinato a far luce sui torbidi misteri che incrociano il suo cammino nella città di Milano. Al di là della costruzione della storia, abbastanza convincente, anche se un po’ farraginosa in alcuni punti, l’autore ha il vanto di aver creato uno dei protagonisti più riusciti dello scenario noir degli ultimi anni. Politicamente scorretto a tal punto da ispirare simpatia, Neri Pisani è un sociopatico capace di inaspettati slanci di umanità, che ha fatto del suo disincanto verso tutto ciò che lo circonda la sua principale e imprevedibile arma per risolvere i crimini di cui diventa testimone. È la forza di questo personaggio intollerante, ma inspiegabilmente empatico, a trascinare con impeto il lettore fino all’ultima pagina, in un vero e proprio viaggio negli Inferi, attraverso i palazzi di una Milano, anch’essa muta protagonista, ma dove nulla è come sembra.



“Il demone di Brera”, Fratelli Frilli Editori, è un noir di grande attualità e dal ritmo incalzante, ambientato in una grande metropoli. Raccontaci la genesi di questo romanzo: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

La genesi è stata abbastanza naturale, trattandosi del secondo romanzo di una serie inaugurata un anno fa con “L’antiquario di Brera”. Più che altro, rispetto al precedente, ho cercato di fare un salto di qualità in termini di scrittura. Ho pensato a una storia meno movimentata rispetto alla prima, più profonda in termini di tematiche trattate, una sorta di percorso tragico e iniziatico del protagonista, una discesa negli inferi milanesi, dove per inferi intendo determinati ambienti metaforicamente paragonabili a un girone infernale.

Chi è Neri Pisani, l’istrionico antiquario investigatore, protagonista di questo libro? Come lo definiresti e, in generale, come delinei i personaggi dei tuoi romanzi?

Neri Pisani è un personaggio frutto di incontri, di precedenti libri scritti, figlio del quartiere di Brera in cui abito e in cui l’ho partorito. Volevo un personaggio fuori dal coro, grottesco, controcorrente, antimoderno, incancrenito nella sua intolleranza verso tutto e tutti, politicamente scorretto e che spiazzasse il pubblico. Spero di esserci riuscito, almeno in parte. È talmente bizzarro che piace, in effetti.
Gli altri personaggi, specie gli amici di Neri, sono tutti inspirati a persone reali, spesso miei amici che mi diverto a inserire nelle storie e a farli interagire con personaggi d’invenzione. Quindi, a parte alcuni personaggi totalmente frutto di invenzione, per gli altri mi limito a descriverli per quello che sono ricorrendo davvero poco alla fantasia.

Milano, la città in cui è ambientata la storia, a tratti diventa un vero e proprio personaggio del romanzo. Quando e in che modo ti senti legato alla tua città d’origine?

Milano: amore e odio. Questo è il sentimento che mi lega alla mia città. La si detesta, spesso, ma si è sempre qui, nella sua ombra. Di certo è una fucina ideale per raccontare storie, spesso poco edificanti. La realtà della cronaca a volte supera la fantasia e a uno scrittore non resta che attingere e raccontare, facendosene portavoce. Questa per me è Milano.

Che autore sei e quando ti sei reso conto che questo grande talento sarebbe potuto diventare un mestiere? Da dove nasce la tua esigenza di scrivere?

Scrivere per me è un mestiere come un altro. È la cosa che so fare meglio, quindi mi risulta naturale. Non ho frequentato una scuola, ho sempre fatto tutto da autodidatta. Ho scritto molti saggi e ora mi sto dedicando al noir, ma la sostanza cambia poco. La scrittura per me è un lavoro quasi artigianale: occorrono studio, programmazione, impegno. E naturalmente tanto divertimento.

A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.


Attualmente sto lavorando al terzo episodio che avrà per protagonista Neri. E insieme sto concludendo la biografia di un personaggio che, nel secondo Dopo Guerra, partecipò come volontario a due conflitti, uno africano e uno mediorientale. Una storia cruda, forte, senza filtri, ma molto interessante dal punto di vista umano e da quello storico.

www.ippolitoedmondoferrario.it



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