domenica 24 aprile 2016

Giuseppe Pompameo: narrare l’Invisibile che la realtà cela

Foto Istituto Pontano, Napoli

In un microcosmo in cui la posta elettronica sembra ancora l’invenzione di un film di Steven Spielberg, Octavio Serna è l’unico postino dell’introvabile paese di Nuvàl e ha il delicato compito di tenere in contatto col resto del mondo gli abitanti dello sperduto villaggio. La solitaria e tranquilla vita di Octavio si svolge tra le poche lettere da distribuire, la libreria Barlès dell’amico Fernand e il Cafè Miradòr, al centro della cittadina, in cerca di serenità e di assoluzione da un passato travagliato. Sarà una visita inaspettata, proprio alla vigilia di Capodanno, come nella migliore tradizione dickensiana, a sconvolgere il precario equilibrio di Octavio, segnando un nuovo confine tra la realtà e la fantasia, in un viaggio a ritroso tra il vero e il verosimile.
“Straluna”, Scrittura & Scritture, è il nuovo romanzo di Giuseppe Pompameo, l’autore partenopeo che ci ha deliziati con le emozionanti raccolte di racconti “Le strane abitudini del caso” e “E per dolce mangia un cuore”, sempre edite da Scrittura & Scritture. Ancora una volta, grazie alla storia commovente e allo stile evocativo e poetico, Giuseppe Pompameo riesce a toccare le corde più profonde dell’anima del lettore, indagando quell’invisibile che ogni realtà cela a ognuno di noi e che, prepotentemente, sconvolge la semplicità della vita di Octavio, il personaggio principale. Nonostante l’autore indugi in vibranti descrizioni che ne evidenziano il talento narrativo, la storia scorre, delicata e estraniante come una fiaba, eppure crudele e vivida come la realtà, in un continuo susseguirsi tra il cuore e la testa di un protagonista che ha tutte le meravigliose debolezze di un essere umano.


“Vivere a Nuvàl era una continua, eterna scommessa con la realtà, con il dubbio di esistere, visto che da quelle parti non arrivava quasi mai nessuno”. È in un paesino difficile da trovare perfino su una carta geografica che si svolge “Straluna”, Scrittura & Scritture. Raccontaci la genesi di questo romanzo: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

"Straluna" nasce da un singolare episodio che mi è capitato un po’ di anni fa. Una signora, vedova, e che viveva, da sola, all'ultimo piano del mio condominio, ha continuato a sostenere, finché è vissuta, di avere una figlia, professoressa, che viveva a Milano. Quando si è scoperto che non era vero niente, che quella era soltanto una sua invenzione, mi sono posto la domanda: "Perché lo aveva fatto?". E da lì, proprio da lì, è nato lo spunto, l'idea su cui costruire la storia del mio romanzo. Mi sono, insomma, posto il problema del rapporto che molti di noi hanno con la solitudine, di come, spesso, abbiamo, nei confronti di questa condizione, o sentimento, che dir si voglia, un atteggiamento ambivalente. A volte la cerchiamo, altre volte abbiamo paura di finire per essere troppo soli. Ecco, da questo duplice rapporto con la solitudine, che, infatti, caratterizza la vita e il destino di tutti i personaggi di "Straluna", nasce il tema fondante del libro.

Chi è Octavio Serna, il protagonista del tuo libro? Come lo definiresti e, in generale, come delinei i personaggi delle tue storie?

Octavio Serna, il postino di Nuvàl, è, come, del resto, quasi tutti gli altri personaggi del romanzo, un uomo in bilico tra il desiderio di vivere da solo e la necessità di nutrire il suo tempo dell'illusione di non essere, in fondo, davvero troppo solo. Finché, ad un certo punto della storia, la realtà, o qualcosa di molto simile ad essa, non va a spezzare il precario equilibrio esistenziale su cui poggia la sua vita, rendendo improvvisamente e inopinatamente reale la presenza di un suo presunto fratello, di nome Olindo.
Quanto, in generale, ai personaggi dei miei libri, sono, quasi sempre, figure borderline, sospese, irrisolte, ma tutte, comunque, osservate e raccontate, da parte mia, con profonda pietas.

Che autore sei: segui l’ispirazione in qualunque momento della giornata o hai un metodo collaudato al quale non puoi rinunciare? Da dove e quando nasce la tua esigenza di scrivere?

Quando capita seguo la cosiddetta ispirazione, che, comunque, dura il tempo necessario, perché la maggior parte del lavoro su un testo è tutto di limatura e perfezionamento: levare, tagliare, togliere ciò che di eccessivo ho buttato giù, in una prima stesura, per così dire libera. Insomma, come credo per la maggior parte degli scrittori, anche per me è molto di più il lavoro di rifinitura di una storia, che quello di stretta ispirazione.
Quanto, poi, alla mia esigenza di scrivere, essa nasce, forse, dalla necessità di esorcizzare, in qualche modo, i miei fantasmi interiori e, allo stesso tempo, di dare, soprattutto, corpo alla mia idea letteraria di raccontare la realtà, trasfigurandola, quando necessario. Il mio intento, cioè, non è tanto di narrare semplicemente il visibile, quanto ciò che di invisibile si nasconde, si annida dentro il percepibile.

Accanto alla tua attività di scrittore, sei anche un docente di scrittura creativa. Facciamo un bilancio di questa esperienza: cosa significa coltivare il talento di tanti aspiranti scrittori che devono imparare le varie tecniche narrative?

Insegnare scrittura creativa è, per me, assai impegnativo e, allo stesso momento, molto stimolante. Si tratta, in sostanza, senza peraltro mai illudere gli allievi di farli sicuramente diventare degli scrittori alla fine di ciascun laboratorio, di provare a valorizzare al meglio il poco o molto talento di ciascuno di loro, giacché il talento, purtroppo, non si insegna, e di mettere a disposizione di ognuno un'adeguata conoscenza delle tecniche di narrazione che possa, come avviene in ogni arte, essere posta al servizio del proprio talento. Nei miei corsi di scrittura creativa, tra l'altro, cerco di stimolare, in particolare, la creatività degli allievi con apposite esercitazioni pratiche e con la lettura e l'analisi di testi narrativi degli autori più diversi.

A cosa stai lavorando attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.


Attualmente ho da poco finito di lavorare ad un testo teatrale, dal titolo "Acqua santa", che andrà in scena a maggio. Sto inoltre scrivendo il mio prossimo romanzo, mentre è già in fase di rifinitura una nuova raccolta di racconti.


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