giovedì 14 aprile 2016

Gino Marchitelli: l’elettricista che scrive noir


A San Giuliano Milanese è un agosto rovente, reso ancor più caldo da una serie di inaspettati delitti che mettono a dura prova le capacità investigative delle forze dell’ordine locali. Quella che per Cristina Petruzzi, brillante giornalista di Radio Popolare, inizia come un’inchiesta simile a tante altre, è destinata a trasformarsi in un caso molto pericoloso, dai risvolti torbidi, per il Commissario Matteo Lorenzi. Tutto comincia con la sparizione di un dirigente di una nota azienda sanitaria locale che si sovrappone al suicidio di un commercialista che opera nelle vicinanze, ma ciò che verrà ritrovato all’interno del rimorchio di un camion abbandonato nelle campagne circostanti San Giuliano Milanese sconcerterà a tal punto gli inquirenti, da sconvolgere molti equilibri, compreso quello raggiunto dalla complicata relazione tra il Commissario Matteo Lorenzi e la giornalista Cristina Petruzzi.
Inizia così “Sangue nel Redefossi”, Fratelli Frilli Editori, l’ultimo romanzo di Gino Marchitelli, lo scrittore elettricista che, col suo stile versatile, appassionato e controcorrente, sta tenendo col fiato sospeso sempre più lettori, grazie al passaparola della rete. Tra musica, teatro e letteratura, non si direbbe proprio che la principale attività di Gino Marchitelli sia stata, per anni, quella di elettricista e installatore, visto il suo talento per la scrittura a tutto tondo. Nei suoi intrecci, oltre al mistero e alla tensione tipici del noir, Marchitelli riesce a inserire il proprio interesse per la cronaca e l’attualità, non mancando di criticare, dove necessario, le debolezze della nostra società caratterizzata, ormai, da valori sempre più offuscati dal desiderio di profitto e dalla brama di potere. I personaggi delineati dall’autore sono credibili proprio perché volubili e talvolta condizionati da ciò che li circonda, ma anche dotati di personalità forti che, come nel caso di Matteo e Cristina, vedono nel confronto, spesso acceso, la vera occasione di crescita e di riscatto.



“Sangue nel Redefossi”, Fratelli Frilli Editori, è un emozionante mosaico di delitti e colpi di scena, nel quale si intrecciano indagini di polizia e giornalismo investigativo, fino a un epilogo davvero inaspettato. Raccontaci la genesi di questo romanzo: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

Dopo aver scoperto, del tutto casualmente, questa vena da scrittore, ho capito che, se devo scrivere voglio raccontare le “storie” delle persone comuni e di come nella nostra vita, quando arriviamo ad un incrocio, tutto possa cambiare a seconda della strada e della direzione che prendiamo. Da qui la necessità di scrivere di “noi”, delle nostre vite, delle persone comuni delle nostre storie, appunto. In quest’ultimo romanzo mi hanno colpito le notizie che si leggono spesso sul traffico d’organi e come, anche per la crisi, alcune persone decidano o vengano “convinte” a privarsi di un organo per soldi. Quindi ho costruito un’ambientazione narrativa che si occupasse di questo anche inserendo organizzazioni che sfruttassero questo “macabro” mercato. Inoltre, ho preso spunto, facendo le opportune modifiche, da una storia strana di politica locale per raccontare cosa accade quando la politica è minata dall’interesse economico, ma anche dall’ambizione di chi vuol far carriera a qualunque costo, anche abbracciando mortalmente la malavita organizzata.

Da dove nasce la tua esigenza di scrivere? Che autore sei: segui l’ispirazione a qualunque ora del giorno o hai un metodo ben preciso al quale non puoi rinunciare?

L’esigenza dello scrivere è nata dal desiderio di occuparmi di storie comuni, intrise delle problematiche sociali che stiamo vivendo. Per l’ispirazione, frequentando un corso di improvvisazione e scrittura per teatro, ho avuto modo di “capire” – grazie all’insegnante – che l’ispirazione, quando arriva, va colta immediatamente. Possibilmente devi sospendere tutto quello che stai facendo e almeno appuntarti l’idea, la visione, l’intuizione che ti è venuta per riprenderla dopo senza che il tempo la trasformi. Da quel momento, subito dopo il riconoscimento che iniziava ad avere il mio primo romanzo “Morte nel trullo” ho seguito questo consiglio e devo dire che funziona. Diciamo che, forse perché ho vissuto anni terribili di isolamento culturale nei cantieri edili in mezzo ad ogni sorta di ignoranza e incapacità di linguaggio da parte di imprese e addetti, ora mi lascio andare a sensazioni, emozioni, percezioni che mi attraversano la strada e non le posticipo, mi faccio coinvolgere e ne scrivo. Ogni mia storia trae ispirazione, infatti, da qualcosa che ho visto o ho vissuto e ha lasciato un segno dentro di me.

Chi sono il Commissario Matteo Lorenzi e la giornalista Cristina Petruzzi, i protagonisti del tuo libro? Come li definiresti e, in generale, come delinei i personaggi delle tue storie?

Lorenzi è un commissario fondamentalmente democratico, ma che è intriso, degli stereotipi della dottrina di polizia o, perlomeno, lo era nel primo romanzo, poi, di storia in storia sta cambiando. Onesto, ma che non va a fondo delle contraddizioni reali che ci sono nelle forze dell’ordine. Improvvisamente incontra una giornalista di Radio Popolare, donna emancipata, di sinistra, femminista, grande reporter di cronaca nera, con un passato difficile dove l’amore è stato messo da parte per sempre e, invece, scoppia la scintilla e nasce un grande amore tra i due, che man mano si contamineranno: il commissario capirà e pulirà molte delle sue convinzioni stereotipate, diventando sempre più conscio del valore della democrazia, e lei ritroverà emozioni, sensazioni e passioni attraverso un amore che pensava non potesse mai più capitarle. I personaggi delle storie rappresentano l’umanità che abbiamo intorno, con tutti i pro e i contro della vita che esprimo senza riserve.

È ancora possibile oggi, secondo te, fare della scrittura una professione a tempo pieno? Che ostacoli hai incontrato e incontri ancora oggi nel tuo percorso? Traccia un bilancio della tua esperienza.

Fare lo scrittore a tempo pieno è oggi, a mio parere, quasi impossibile. Io, infatti, continuo a fare l’installatore di impianti elettrici! Però il Web, i nuovi metodi di comunicazione e l’auto pubblicazione stanno aprendo nuove frontiere e opportunità. La mia esperienza letteraria, per ora, è ancora una sorpresa per me. Vedere centinaia di persone che scoprono i miei libri pur non avendo io alcun accesso ai media, alle televisioni, a giornali e riviste, ma solo con il passaparola è una bella soddisfazione. Ultimamente ho raggiunto la quota di duecento presentazioni in giro per l’Italia in tre anni e mezzo di attività, tutte grazie al passaparola tra i lettori e alla diffusione sui Social: davvero un bel traguardo!

A cosa stai lavorando attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.

Al momento mi sto dando da fare su molti fronti, mentre continuo a tirar fili e montare salvavita. Il primo è il nuovo romanzo noir: messe da parte per un po’ le indagini del Commissario Lorenzi e di Cristina, pubblicherò un solo ‘episodio’ di “Totò Maraldo ex carabiniere in pensione, investigatore suo malgrado”, concentrandomi su un nuovo personaggio, per poi riprendere la serie di Lorenzi.
Per settembre, invece, dovrebbe uscire una mia fiaba per bambini, dal titolo “Ben, Tondo e Gatto Peppone”, nella quale ci sarà anche una sottotraccia una vena politica e sociale.
Ho iniziato, inoltre, a preparare la sceneggiatura per realizzare uno spettacolo di narrazione teatrale dal titolo “Il Pittore” e ho in progetto, finalmente, la realizzazione del libro a cui ero stato spinto da Vittorio Agnoletto, cioè la storia delle lotte dei giovani di Democrazia Proletaria e degli operai delle piattaforme petrolifere Saipem-Eni dal 1981 al 1988 corredato di un DVD di interviste che realizzerò con i miei ex compagni di lotte di allora, oggi tutti con i capelli bianchi, i quali, però, non hanno dimenticato niente di quella incredibile stagione di lotte in mezzo al mare. Forse il titolo sarà “I ribelli dell’Adriatico”.

Il prossimo 30 aprile, Amazon dedicherà un’intera giornata al mio libro “Milano non ha memoria”, Fratelli Frilli, durante il quale, per ventiquattro ore, sarà possibile scaricarlo in tutti i formati elettronici a un prezzo piccolissimo. In questo modo chiunque vorrà conoscere il mio lavoro al costo di un caffè, potrà avere l’opportunità di leggere il mio libro e di farmi sapere cosa ne pensa.

www.ginomarchitelli.com



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