lunedì 10 agosto 2015

Giuliana De Angelis: mio fratello, Gianni De Angelis, è scomparso da troppo tempo!


Guardate bene questa foto. Avete mai visto questo ragazzo dal sorriso malinconico e nostalgico? Pensateci bene. Magari lo avete incontrato per caso, da qualche parte. O lo conoscete da poco e avete avuto modo di apprezzare la sua generosità, pur non sapendo molto di lui.
Quest’uomo dagli occhi buoni si chiama Gianni De Angelis ed è scomparso da Pontecorvo, in provincia di Frosinone, l’8 maggio 2013. Si è allontanato dal negozio di autoricambi, che gestiva col cognato, per spedire un pacco e, da quel momento, non ha più fatto ritorno. L’ultima telefonata Gianni l’ha fatta a sua sorella, Giuliana De Angelis, e, pochi istanti dopo, il suo telefonino vecchio modello risultava già spento. Gianni viveva un momento difficile della sua vita e Giuliana è sicura che si sia lasciato prendere dalla voglia di cambiare vita e fuggire dai suoi problemi, non dando più notizie di sé. Ma due anni di silenzio sono davvero tanti e la sua triste mancanza si è mescolata alla paura che possa essergli accaduto qualcosa e che, quello che era iniziato come un allontanamento volontario, si sia trasformato in qualcosa di ben più pericoloso.
Cosa è accaduto realmente a Gianni? Forse è riuscito a rifarsi una vita felice lontano da casa e ha paura di mettersi in contatto con la sua famiglia, dopo oltre due anni di assenza? O gli è successo qualcosa che gli impedisce di tornare dai suoi cari?
Guardate bene questa foto. Prendetevi il tempo necessario a memorizzare i tratti generosi di Gianni e, se vi capiterà di vederlo passare accanto a voi, non voltatevi dall’altra parte. Chiamatelo per nome e stringetegli la mano. Fategli ricordare da dove viene: la sua famiglia aspetta sue notizie, col sorriso. E ditegli che nulla è perduto che non si possa ritrovare, cercando.


Chi è Gianni, tuo fratello? Raccontaci la sua storia.          

Gianni è un ragazzo che, all’epoca della scomparsa, aveva compiuto da poco trentacinque anni. Era allegro, amichevole, sempre pronto a scambiare due chiacchiere con tutti. La sua passione era il calcio che praticava sin da piccolo. Era un ragazzo come tanti, che aveva le sue debolezze e ha fatto quelli che possiamo definire errori di gioventù che lo hanno portato ad abbandonarsi a qualche vizio, ma restava comunque una persona tranquilla, capace di mettere l’educazione e il rispetto al di sopra di tutto. Gianni era attaccatissimo alla sua famiglia: siamo lui ed io, non abbiamo altri fratelli o sorelle e il nostro legame era molto forte.

Quando lo hai visto l’ultima volta? Cosa è successo il giorno della scomparsa?

Il giorno della scomparsa, l’8 maggio 2013, Gianni è andato normalmente al lavoro. Lavorava con mio marito, gestivano insieme un autoricambi. Quella mattina c’era anche mio padre, che li aiutava a fare delle consegne. Poco dopo l’apertura Gianni si è allontanato per andare a spedire un pacco all’ufficio postale. Mi ha anche telefonato per avvisarmi e ricordo che, poco dopo aver concluso la telefonata, ho provato a richiamarlo, perché avevo dimenticato di dirgli una cosa, ma il suo cellulare era già irraggiungibile. E da allora non siamo più riusciti a rintracciarlo in nessun modo.

Come si sono svolte le ricerche in questi anni? Chi vi sta più accanto concretamente e quotidianamente?

Anche se non abbiamo avuto più notizie di Gianni dalle dieci di mattina, abbiamo iniziato a cercarlo intorno all’ora di pranzo. Ero preoccupata perché il telefonino risultava sempre spento e la cosa era insolita. Ci siamo recati subito alla Stazioni più vicine, come Cassino e Pontecorvo, pensando che potesse essersi allontanato in treno, ma nessuno sembrava averlo visto. Gianni, infatti, non aveva la patente in quel periodo, poiché gli era stata ritirata e, anche se aveva deciso di prendere la macchina per trasportare, fino alla posta poco distante, il pacco molto pesante da spedire, sapevamo che non si sarebbe mai allontanato in auto per un viaggio lungo senza patente.
Quando siamo tornati a casa, sempre più allarmati, abbiamo ritrovato una lettera nella quale Gianni aveva scritto che se ne sarebbe andato per sempre. Ci è crollato il mondo addosso, così siamo corsi dai Carabinieri a fare la denuncia di scomparsa. Le ricerche delle forze dell’ordine, però, non sono iniziate subito. La macchina l’abbiamo ritrovata noi familiari, grazie a un amico di Gianni, il 10 maggio, a pochi chilometri da casa, su un viadotto. Ovviamente ci siamo spaventati, perché il primo pensiero è stato che avesse deciso di farla finita e potesse essersi lanciato nelle acque del canale sottostante. Sono intervenuti i sommozzatori e l’unità cinofila per perlustrare anche la montagna circostante, ma non è stato trovato nulla. Dopo circa un mese dalla scomparsa si sono ripetute le medesime ricerche nella zona, ma l’esito è stato negativo, ancora una volta.
Gianni aveva dei problemi, come tutti, ma non aveva motivo di suicidarsi e il fatto di non aver trovato un corpo ha alimentato le nostre speranze di vederlo tornare a casa vivo, ma i mesi sono passati e da allora non è stato fatto più nulla. Nessuno ci ha più aiutato. Le ricerche si sono fermate e, anche se l’inchiesta non è ufficialmente chiusa, gli inquirenti hanno dedotto, grazie anche al contenuto di una seconda lettera che è stata ritrovata in casa, che Gianni si sia allontanato volontariamente.
Esattamente un anno dopo la scomparsa, nel maggio 2014, abbiamo ricevuto una segnalazione: qualcuno ha raccontato di aver visto un ragazzo somigliante a Gianni nei pressi della Stazione Termini di Roma. Abbiamo avvertito immediatamente i Carabinieri, ma alla fine siamo stati noi stessi a recarci sul posto per verificare se le indicazioni che ci avevano dato potevano essere utili, ma, ancora una volta, non è emerso nulla di concreto.

Tu che idea ti sei fatta? Secondo te cosa è accaduto a Gianni?

Secondo me Gianni se n’è andato. Stava passando un periodo estremamente difficile sotto molti punti di vista e forse ha sentito il bisogno di respirare aria nuova. Il suo matrimonio era appena finito e noi familiari eravamo preoccupati che potesse esagerare con l’alcol, quindi cercavamo di proteggerlo e di spronarlo, in buona fede, ovviamente. Forse, però, Gianni si è sentito oppresso e ha deciso di staccare da tutto e tutti. Noi eravamo solo preoccupati per la sua salute, perché sapevamo che poteva rischiare molto. Inoltre Gianni era un ragazzo fragile, che difficilmente si confidava o chiedeva aiuto. Probabilmente ha tenuto dentro di sé il proprio dolore per molto tempo, finché ha deciso di allontanarsi.
Io non voglio neanche pensare che abbia stabilito di togliersi la vita, non ne aveva motivo. Forse qualcuno gli ha fatto del male? Ce lo siamo chiesti spesso, ma era un ragazzo così tranquillo, non aveva nemici, chi poteva avercela con lui? Le indagini sulle sue frequentazioni non hanno portato a nulla. Anche i tabulati telefonici lo hanno testimoniato. L’allontanamento volontario resta l’ipotesi più probabile, credo, ma questo, dopo oltre due anni, non ci fa comunque stare tranquilli. È troppo tempo che Gianni è lontano da casa e non dà sue notizie.

È il ricordo a mantenere vive le persone di cui si sono perse le tracce e a dare alle famiglie la forza di non smettere mai di cercare. Qual è il tuo ricordo più vivo di Gianni?

I ricordi che mi legano a mio fratello sono tantissimi, perché, essendo solo due fratelli, eravamo molto uniti. Mi tornano alla mente tante giornate trascorse in allegria. Il giorno prima della scomparsa, ad esempio, siamo stati tutta la giornata insieme e lui si è messo a fare i compiti con mia figlia, scherzavano e ridevano. Gianni sembrava sereno e questa tranquillità, ora che so cosa stava progettando, mi è rimasta impressa nel cuore.
Quello che mi auguro davvero è che lui sia riuscito a ricostruirsi una vita da qualche parte e sia finalmente felice, come ha sempre meritato di essere, ma è ormai da troppo tempo che non abbiamo sue notizie. I nostri genitori sono distrutti: basterebbe una telefonata a ridare anche a noi quella gioia che da tanto sembra svanita dalle nostre vite.

Gianni era solito prendere il caffè con nostra madre tutte le mattine. Era un loro rito speciale per iniziare la giornata nel modo migliore. La mattina della scomparsa Gianni era stranamente turbato, mamma se n’è accorta. Ma chi poteva immaginare che non sarebbe più tornato? A volte Gianni aveva manifestato la volontà di andarsene e ricominciare da capo una vita nuova. Ma perché sparire in questo modo? Forse qualcuno lo ha aiutato e non ha avuto il coraggio di dirci la verità? Noi siamo la sua famiglia e gli vorremo sempre bene, qualsiasi vita avesse deciso di fare: ci basterebbe sapere che sta bene ed è felice delle sue scelte.

Nessun commento:

Posta un commento