venerdì 10 luglio 2015

Monica Bartolini: la Rossa che scrive Gialli


Tutti la chiamano così: la Rossa che scrive Gialli. Ma Monica Bartolini è talmente poliedrica, ironica e talentuosa, che non fatichiamo a immaginarla intenta anche a sperimentare altri generi, prima o poi. Una cosa è certa: il giallo le scorre nelle vene e lo ha dimostrato ancora una volta col suo ultimo romanzo “Le geometrie dell’animo omicida”, edito da Scrittura & Scritture, del quale è protagonista il Maresciallo Piscopo e non solo. Le piste di indagine per risolvere il misterioso e apparentemente inspiegabile delitto di una donna sono, infatti, tre: quella degli uomini dell’Arma, quella di un giornalista televisivo a caccia dello scoop e quella di una stravagante astrologa provetta, tutte specchio del nostro Bel Paese, fatto di contraddizioni ed eccellenze. L’intreccio è magistrale, credibile e, a tratti, anche divertente, pur trattandosi della risoluzione di un crimine efferato. La capacità di Monica di dar vita a tutti i suoi personaggi, anche a quelli a prima vista secondari, è davvero il suo più grande talento. I dialoghi sono realistici e adeguati, le descrizioni leggere e opportune e la presenza dell’autrice tra le pagine non è mai leziosa e opprimente, lasciando al lettore lo spazio e il tempo necessari per conoscere e affezionarsi a luoghi e protagonisti delle vicende. Un giallo che, siamo sicuri, vi accompagnerà in valigia, ovunque andrete, dopo aver saputo dalle parole della stessa autrice, come è nato e perché.


Il Giallo in tutte le sue declinazioni è decisamente il tuo genere. Che scrittrice sei? Quando hai scoperto il tuo talento e da cosa nasce la tua esigenza di scrivere?

Innanzitutto Alessandra, permettermi di ringraziarti per l'interesse che nutri nei confronti del mio lavoro! Rispondendo alla tua prima domanda, direi che sono una persona interessata agli effetti psicologici di un crimine sulle persone coinvolte, non tanto alle modalità di effettuazione del crimine in sé. Per scrivere un poliziesco moderno sono, sì, necessarie conoscenze tecnico-scientifiche, procedurali, giuridiche, ma quello che reputo indispensabile è l'empatia. Come scrittore amo i miei personaggi, li compatisco se è necessario, piango con loro se hanno bisogno di conforto, lotto con loro se sono in difficoltà. Come? Dando ad ognuno la giusta battuta, spiando i loro stati d'animo e differenziando il più possibile le varie voci. Credo che il mio talento innato sia quello di saper ascoltare ciò che le persone hanno da dire, al punto tale che a volte mi confidano cose molto personali. L'approccio dei più, appena scoprono che sono una scrittrice, è pressoché lo stesso: "Se ti raccontassi la mia vita, allora sì che scriveresti un best seller!". Ebbene queste persone non lo immaginano neppure ma attingo a piene mani dalle loro storie, e quando mi dicono che i miei libri sono credibili, beh, sorrido! Concludendo, direi che l'esigenza di scrivere mi discende dal voler rappresentare la realtà da tanti punti di vista quanti sono i personaggi coinvolti, saggiando la loro resistenza ad un evento criminale.   

Raccontaci la genesi del tuo romanzo “Le geometrie dell’animo omicida”: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

Avevo l'ambizione di scrivere qualcosa che coniugasse due delle mie grandi passioni, il giallo e l'Astrologia. Sono partita dal titolo, che considero sempre l'abstract del soggetto dell'intero romanzo. Il primissimo fu "Astri e disastri" ma suonava più come un capitolo del diario di Bridget Jones che come un poliziesco. Così è subito mutato in "Le geometrie dell'animo", titolo di più ampio respiro che aveva in nuce quell'ampiezza psicologica alla quale tendo sempre quando scrivo. "Omicida" in aggiunta ci stava tutto, no? Così ho iniziato a ideare la storia, che non ho iniziato a scrivere fino a che non ha funzionato alla perfezione nella mia mente. Il mio modus operandi da scrittore, infatti, è questo: se non ho elaborato per intero lo scheletro del romanzo, non poggio neanche le mani sulla tastiera del pc. Poi la storia si è srotolata facilmente: tre piste di indagine (Carabiniere, giornalista e astrologa) per un solo finale. Quello che mi premeva davvero era introdurre in un poliziesco l'Astrologia come elemento originale.

In un Paese come il nostro, dove i lettori sono in costante diminuzione, è ancora possibile, secondo te, fare della scrittura una professione a tempo pieno? Che difficoltà stai incontrando nel tuo percorso?

Tempo fa assistetti al colloquio tra uno scrittore affermato e un aspirante scrittore durante il quale il primo raccomandava al secondo di trovarsi prima un "mestiere alimentare" per poi cominciare a sottrarre progressivamente tempo al lavoro primario a favore della scrittura, fino a sostituire l'uno con l'altra solo quando si sarebbe potuto mantenere scrivendo. Inutile dire che anche lo scrittore affermato si dedica ancora al suo mestiere alimentare che gli permette di crescere i figli e pagare le bollette! Non ho la minima idea di quali e quante siano le cause, ma un dato è incontrovertibile: all'Estero è consuetudine che l'autore sia messo sotto contratto dalla casa editrice che lo paga per scrivere, anticipandogli i proventi futuri, e consentendogli così di concentrarsi solo sulla scrittura. Le mie difficoltà risiedono principalmente nel dribblare le incombenze domestiche e dedicare qualche ora notturna alla mia passione.

Per saper scrivere bene occorre, certamente, leggere tanto: che libro c’è sul tuo comodino? E se, come autrice, potessi appropriarti del romanzo scritto da un collega, quale sarebbe?

Un libro solo è impensabile! La torre sul comodino attualmente consta di otto libri: almeno tre da recensire (in arretrato!), un paio di approfondimento astrologico (bisogna sempre continuare a studiare), tre in inglese (McDermott, Connelly e Wuthering heights) e, in cima a tutto, rosso come la ciliegina sulla torta, c'è l'e-book reader.  Quando viaggiavo ancora in treno per lavoro, portavo con me sempre due libri, uno per l'andata - quando ero fresca e riposata - e uno più ameno per il ritorno. Non potrei vivere senza leggere! Comunque, baratterei tutti i tesori delle mie immense librerie di casa solo se sulla copertina di "Il nome della Rosa" si potesse sostituire "Umberto Eco" col mio nome!

A cosa stai lavorando attualmente? Nuovi misteri da svelare e omicidi da risolvere? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.


Sto ultimando la stesura dell'ultimo romanzo della trilogia del Maresciallo Piscopo, libro che mi ha fatto penare non poco: in fase di progetto, perché è un giallo a tre finali che implica una stesura perfetta della parte comune; in fase di redazione, perché ho problemi fisici alla schiena che non mi consentono di stare molto seduta al computer (avere Saturno quadrato non è mai una passeggiata di salute, anzi...). Progetti futuri? Uno quasi completato e l'altro in embrione, entrambi gialli storici. Historia magistra vitae!


www.monicabartolini.it

1 commento:

  1. Cara Alessandra, è un onore (e un piacere!) essere ospite sul tuo interessante blog! Grazie, altresì, per aver apprezzato Le Geometrie! A presto

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