domenica 12 luglio 2015

Laura Zarcone: un altro compleanno senza mio figlio, Marcello Volpe


Voglio invitarvi a una festa. Domani Marcello compie ventiquattro anni e vorrei fagli una sorpresa. Laura, la mamma, mi ha raccontato che, quando Marcello era bambino, andava a tutte le feste di compleanno dei suoi compagni di scuola. La torta, i giochi, i regali: si divertiva tanto, lasciandosi ammaliare dalla magia della festa. Usciva dal bozzolo della timidezza, vestito di tutto punto e rideva, scherzava, correva. Quando, però, arrivava il giorno del suo compleanno, la scuola era finita da un pezzo e tutti gli amici e i compagni erano al mare o in vacanza e si dimenticavano della sua festa. Marcello ci rimaneva male, ma non lo dava a vedere. Gli zii, i cugini, i nonni e tutti i parenti facevano a gara per coccolarlo, senza lasciarlo mai solo, e lui si sentiva protetto e felice.
La festa di domani sarà davvero speciale. Vorrei che ci fossero proprio tutti: la famiglia, gli amici e perfino i vecchi compagni di scuola. Tutti coloro che conoscono Marcello, anche solo superficialmente. Devo ammettere che non abbiamo prenotato un ristorante o decorato una sala con palloncini e striscioni colorati. Non abbiamo fatto la torta, né pensato a un regalo alla moda. Non ci saranno foto ricordo da scattare, né brindisi da fare. Tutto questo non sarà necessario e non vi chiederò di venire tutti in un posto preciso, dove riunirci. La festa sarà nel nostro cuore, perché di Marcello Volpe, un giovane dai profondissimi occhi castani, si sono perse le tracce dal 12 luglio 2011, quando, alla vigilia del suo ventesimo compleanno, è uscito dalla sua casa di Palermo, dove viveva con la sua famiglia, senza più farvi ritorno.
La mamma, Laura Zarcone, non riesce a farsene una ragione, incredula che Marcello, ingenuo e timido com’era, possa essersi allontanato da solo, volontariamente, senza più dare sue notizie a una famiglia che amava profondamente. Qualcuno può averlo aiutato o coinvolto in una rocambolesca fuga, alla ricerca di una fantomatica libertà? O forse gli è accaduto qualcosa che lo tiene lontano da casa?
Oggi ricorre il quarto anniversario della scomparsa di Marcello e la lista dei compleanni solitari e tristi, senza notizie, né speranze, si fa sempre più lunga. È da troppo tempo che Laura non può festeggiare un compleanno con suo figlio. Non dimentichiamoci di un giovane che, voglio crederlo con tutte le mie forze, ha ancora tante candeline da spegnere.

Chi è Marcello? Raccontaci la sua storia.

Marcello era un ragazzo piuttosto fragile, forse meno maturo della sua età, estremamente educato e gentile. Io lo spingevo a fare amicizia coi suoi coetanei, ma era molto riservato e timido. Naturalmente, avendo ormai quasi vent’anni, usciva da solo, ma era molto attaccato alla famiglia. Era puntuale, preciso, metodico. Intelligente e sensibile, sempre attento a non ferire gli altri. In famiglia era il più piccolo e, per questo, era il più coccolato da tutti.

Cosa è accaduto il giorno della scomparsa? Come si sono svolte le prime ricerche?

La mattina di martedì 12 luglio 2011 Marcello è uscito di casa per delle commissioni. Suo fratello lo ha visto poco prima che uscisse e Marcello gli ha detto che sarebbe tornato entro un paio d’ore. Vedendo che non era rientrato all’orario stabilito, ci siamo allarmati subito: tardare non era da lui. A volte penso che sembra che la terra lo abbia inghiottito.
Fatico ancora a rendermene conto. Non riesco proprio a immaginare cosa possa essergli successo. Non so se sia vivo o morto, ma il mio pensiero è sempre a lui. Pensavo che, col passare del tempo, sarei riuscita a metabolizzare la cosa, in un modo o nell’altro, invece è sempre peggio: è indescrivibile, solo chi vive questo travaglio può capire fino in fondo cosa significhi.
Per quel che riguarda le ricerche, è stato messo immediatamente sotto controllo il cellulare di Marcello che, la domenica successiva alla scomparsa, è stato acceso in una zona di mare con un piccolo porticciolo, non troppo lontano dal quartiere di Palermo nel quale noi viviamo. Anche un cane molecolare, fatto arrivare dalla Sardegna apposta per le ricerche, ha condotto gli inquirenti nel medesimo punto, così sono intervenuti i sommozzatori per controllare se per caso fosse caduto in acqua, ma non hanno trovato nulla, purtroppo.
Successivamente, nel corso degli anni, c’è stato qualche presunto avvistamento, sia in Italia, sia all’estero, ma, sfortunatamente, nulla è mai stato confermato. Non ci sono nuovi elementi ai quali aggrapparsi, non sappiamo davvero più cosa pensare. E io mi considero fortunata, perché è stato fatto veramente tanto per cercare Marcello, anche se senza risultati concreti. Conosco molte famiglie di scomparsi che non hanno avuto le stesse attenzioni che ho avuto io. C’è una legislazione carente e una grave mancanza di informazione e, come purtroppo accade spesso, i più deboli sono lasciati soli.
Al momento, nonostante la tanta burocrazia, il mio avvocato è riuscito a ottenere un supplemento di indagini che dovranno concludersi entro settembre, per cui siamo sempre in attesa.


Qual è stato il momento più difficile in questi anni? Oggi chi vi sta più accanto concretamente e quotidianamente?

Tutta la famiglia è sempre al mio fianco in ogni modo possibile, con tanta sensibilità e delicatezza, ma ogni giorno che passa è sempre più difficile. Ho cercato anche di elaborare questa esperienza e sono stata aiutata moltissimo, soprattutto da alcuni volontari dell’Associazione Penelope e da Caterina Catalano, la mamma di Fabrizio, un giovane scomparso anche lui misteriosamente, al quale è dedicata l’“Associazione Cercando Fabrizio e…”.
Ho avuto accanto persone meravigliose che mi hanno dato un sostegno incredibile, per cui anche io ho cercato di essere d’aiuto agli altri, aderendo alla costituzione dell’Associazione Penelope anche in Sicilia, come referente per la provincia di Palermo. Di recente, ad esempio, sono stata accanto ai genitori di Daniela Zarcone, una giovane che, fortunatamente, è stata rintracciata poco dopo la scomparsa. Quando ho avuto la notizia del ritrovamento ho avuto un tale sollievo! Quello degli scomparsi è un mondo del quale nessuno vorrebbe far parte, perché ci estrania dal mondo. Tuttavia condividere il proprio dolore con chi vive esperienze simili aiuta moltissimo. Si piange insieme e si ride insieme, alimentando positivamente le reciproche speranze. Tutti diventano nostri figli, fratelli, sorelle o genitori.
La questione degli scomparsi racchiude un universo di dolore e sofferenza, un girone infernale che pochi conoscono, dove, solo appoggiandosi l’uno all’altro, si può tentare di sopravvivere, perché non sempre le Istituzioni aiutano. Io sono stata fortunata, le Forze dell’Ordine si sono date davvero da fare per cercare Marcello, anche se senza esito, purtroppo.

Che ruolo svolgono o potrebbero svolgere, secondo te, l’opinione pubblica e tutti i mezzi di informazione di fronte a un caso di scomparsa?

Io sono una persona estremamente riservata e timida e, nonostante questo, non mi tiro mai indietro quando c’è da raccontare la storia di Marcello. Ma ho potuto constatare che, quando non c’è nulla di morboso o anomalo, è difficile attirare l’attenzione dell’opinione pubblica attraverso giornali e televisioni. Una volta un autore televisivo mi disse che non era facile realizzare un servizio su mio figlio: in fin dei conti si trattava solo di un ragazzo scomparso, cosa poteva inventarsi per non far cambiare canale ai telespettatori?
Tenere alta l’attenzione è difficilissimo. A volte anche le manifestazioni servono a poco, purtroppo, e questo è sconfortante. Marcello è scomparso alla vigilia del suo ventesimo compleanno e trascorrere questa data lontano da lui diventa sempre più straziante. È un pensiero continuo.

Oggi ricorre il quarto anniversario dalla scomparsa di Marcello: cosa gli diresti se sapessi che sta leggendo le tue parole?

Io non voglio che Marcello torni a casa a tutti i costi. Io vorrei solo che fosse felice e che trovasse la sua strada, ma, nello stesso tempo, vorrei anche essere sicura che, in qualsiasi momento della sua vita, se avesse bisogno di me, io potrei essere in grado di aiutarlo. Mi rendo conto che non per tutti la vita di oggi è accettabile: una persona fragile rischia di essere stritolata dal mondo difficile in cui viviamo. Vorrei solo sapere se è vivo, se sta bene e potergli dire che, se vuole, la mamma sarà sempre disponibile per lui.

Forse ha incontrato qualcuno che lo ha plagiato e convinto ad allontanarsi, perché fatico a credere che Marcello possa essersi allontanato da solo, di sua volontà, senza darci più sue notizie e ho tanta paura che si trovi in una situazione di pericolo, dalla quale non riesce più a uscire. È giusto che abbia la sua vita, perché ormai è adulto, ma sapere che è felice sarebbe il regalo più grande che potremmo mai ricevere.

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